venerdì 26 aprile 2019

CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO, PERCHE' QUESTO BLOG


Questo documento spiega le motivazioni per le quali lanciamo questo blog, è il "manifesto" di questa iniziativa che abbiamo intitolato:

INSIEME PER ROMA, L'ITALIA, L'EUROPA:
LE NOSTRE PATRIE 



Ognuno oggi ha mille motivi per non stare semplicemente a guardare il tempo che passa, per fare insieme ad altri delle cose utili alla collettività. Ne scegliamo uno per intenderci meglio: in una nazione tra le più ricche al mondo siamo al disastro delle guerre tra i poveri.

Nella nostra società i partiti si sono volatilizzati ed i corpi intermedi e le associazioni faticano ad individuare un ruolo che permetta loro di contare qualcosa nelle decisioni pubbliche. Un vento che pare inarrestabile spinge gli individui a reagire in modo pulsionale, da soli o a piccoli gruppi, dove tutti d'istinto si danno ragione senza riflettere, senza discutere su basi realistiche i motivi del loro disagio e qualche volta della loro disperazione. E cercano capri espiatori invece che soluzioni ragionevoli.

È il momento dei cosiddetti capi carismatici, che usano cinicamente questo disagio, lo fomentano, spingono gli individui dentro fortini assediati dalla loro stessa paura e dall'ira, e indicano soluzioni semplicistiche per problemi che invece sono complessi. L'unico problema che vogliono risolvere è quello del potere alla continua ricerca del consenso. Tutto il resto può andare nel burrone. Ed il "resto" siamo noi, tutti compresi.

Ecco chi siamo: siamo coloro che non si rassegnano a questa deriva, che resistono alla perdita di quanto ha fatto grande il nostro Paese. Un Paese che subito dopo la seconda guerra mondiale, e dopo vent'anni di totalitarismo fascista, ha saputo liberarsi e trasformarsi in una Repubblica, darsi una Costituzione tra le più avanzate del mondo, e una democrazia. Che ha saputo avviare un processo che l'ha portato a diventare una grande potenza industriale, interrompendo l'emigrazione forzata di tanti suoi cittadini. E tutto ciò mentre, insieme ad altri Paesi del continente, costruiva uno spazio economico, politico e culturale integrato, chiamato Europa. L'Europa è nata per non avere più guerre fratricide, quelle che l'avevano distrutta. E fino ad ora è riuscita ad evitarle.


Quel processo deve essere ulteriormente incrementato: dopo l'Euro bisogna andare ad una maggiore integrazione nel segno della sicurezza, del lavoro, della cultura, della solidarietà, della redistribuzione più equa del reddito e di tutte le risorse materiali ed immateriali, della lotta all'anarchia dei grandi centri finanziari e dei colossi del digitale. Bisogna darsi una politica estera comune, una difesa comune, un regime fiscale comune, bisogna rafforzare le istituzioni europee: un Parlamento con più poteri, una Commissione che si trasformi in Governo, in due parole un'Europa Federale.

È questa la posta in gioco nelle prossime elezioni di maggio. Si avrà il coraggio di aprire una nuova fase costituente per un'Europa veramente sovrana, unita e democratica? 
Lo speriamo. 


Siamo critici nei confronti di tutti coloro che hanno rallentato questo processo, fino a fargli fare dei passi indietro imponendo pericolose egemonie nazionali. Siamo critici anche nei confronti di molti nostri amici, cioè di coloro che non hanno saputo tradurre le buone intenzioni in atti politici. Ma siamo ferocemente contro tutti coloro che vogliono distruggere il lavoro fatto, rischiando nuove guerre.

Solo all'interno di un'Europa più integrata il nostro Paese sarà più libero, più forte, più sicuro. E con esso i suoi cittadini. Solo con un'Europa unita e solidale i cittadini non saranno soli alla mercé dei grandi imperi globali: Gli USA di Trump, non la vecchia America che ci ha salvato dal nazismo, la Russia, la Cina, che non a caso stanno da tempo lavorando perché l'Europa si disgreghi.


Ecco perché la cultura nazionalista che si è affermata nel nostro Paese in questi ultimi anni, ed oggi è al governo, con la sua retorica antieuropea danneggia ogni cittadino italiano, lo rende più povero, e più indifeso dentro i processi di globalizzazione. Lo inganna sapendo di farlo. Dicono “prima gli italiani”, contro coloro che vogliono escludere dall'essere italiani. Ma solo qualche anno fa dicevano “prima i padani”, contro tutti gli altri italiani. Solo parole vuote da saltimbanchi, che servono a mascherare una loro esigenza primaria: “prima il consenso di purchessia, poi un potere che serva ad ottenere altro consenso”. Per questo sono sempre in campagna elettorale. Per averlo sono disposti a tutto: a raccontare menzogne, a mandare il Paese in rovina per mantenere promesse elettorali farlocche finalizzate alla conquista del consenso, non al governo dei processi reali.



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Noi di “Insieme per Roma, per l'Italia, per l'Europa, le nostre patrie” siamo in maggioranza di Roma.

Non possiamo più stare angosciati a guardare il rapidissimo degrado della nostra capitale, una grande capitale europea (qui molti anni fa si sono firmati i trattati fondativi dell'Europa) amministrata oggi dal “Movimento Cinquestelle”, che la sta trascinando in una cloaca maleodorante, incapace persino di comprendere in che mondo viva. Alcuni siti del web, alcuni giornalisti gridano che “Roma fa schifo”, lo hanno detto anche dopo i fatti di Torre Maura. Noi che l'amiamo diciamo che ci fa molta pena, e non riusciamo ad accettare che i nostri concittadini non abbiano ancora alzato le barricate intorno al Campidoglio, scacciando gli incapaci e i corrotti. Non stiamo a far l'elenco delle nostre croci, basta leggere i giornali. Ma sarebbe interessante venire a vedere in quale inferno ci siamo cacciati, per comprendere meglio l'inferno più grande, quello nazionale, nel quale da un anno ci stiamo cacciando.

Noi non abbiamo ricette facili, né semplicistiche. Abbiamo ovviamente delle proposte. Le faremo su questo nostro sito, e negli incontri dei mesi che verranno. Seguiteci. Vogliamo confrontarci con tutti e chiedere ad ognuno di scendere attivamente in campo per Roma, per l'Italia, per l'Europa. È proprio questo il momento, quando sembra che la ragione non riesca a prevalere, e dilaghi l'ingiustizia, insieme all'incapacità di comprendersi. Cercheremo nel frattempo di portare alla luce le menzogne, le fake news, il linguaggio vuoto di chi sta al potere e lo usa per ingannare coloro che dovrebbe rispettare e governare.

Poi tenteremo di dimostrare che c'è un modo efficace di affrontare i problemi di una democrazia rappresentativa un poco arrugginita, senza distruggerla, ma mantenendola nel solido quadro della Costituzione. Ed è quello di avviare, a più livelli, processi partecipativi istituzionalmente regolamentati, aperti a tutti i cittadini, perché possano discutere insieme agli amministratori gli orientamenti sui problemi della città, fatta salva l'autonomia decisionale degli amministratori, unici responsabili di ogni scelta istituzionale. E di realizzare insieme, in un quadro di sussidiarietà che valorizzi il volontariato, ciò che le istituzioni ad ogni livello decidono sull'uso e sulla gestione dei "beni comuni".

A tutti coloro che ci leggono rivolgiamo l'invito che in primo luogo abbiamo rivolto a noi stessi: teniamoci per noi le nostre pulsioni immediate, non facciamole diventare il luogo delle decisioni pubbliche, non mettiamole nelle mani dei demagoghi, instancabili produttori di selfie e di menzogne, che vogliono solo strumentalizzarle per i propri fini.

È la ragione, unita al sentimento, che ci aiuta a crescere, a stare insieme per costruire un mondo più vivibile, come ci spiegano anche i nostri ragazzi che finalmente tornano a riempire le piazze in tutto l'Occidente, e ci spingono ad avere più coraggio.

La ragione vive di confronto, cresce nel cercare di comprendere anche l'altro, che non è un nemico, ma solo una persona diversa da noi, e che fino a prova contraria merita rispetto.

È solo partendo da qui che possiamo costruire una città, un'Italia, un'Europa migliori: le nostre patrie.






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